sabato 5 marzo 2011

E' caccia a Sarmi






Quell'uomo, dietro al casco, è un ricercato. La ricompensa - per chi fosse in grado di trovarlo (naturalmente vivo o anche morto) o di fornire indicazioni utili per rintracciarlo - è di 0,60 euro, il valore di un francobollo di posta prioritaria fino a 20 grammi. Lui si chiama Sarmi, Massimo Sarmi, e invece di consegnare le lettere con la bicicletta porta a porta, fa l'amministratore delegato di Poste Italiane, al quinto posto della classifica "World's Most Admired Companies" , un'aziendina da 904 milioni di utile netto (nel 2009), 14 mila uffici e oltre 150 mila dipendenti. Ho sempre pensato che la colpa di tutti i mali delle Poste fosse di chi ci lavora, di quelli per esempio che stamattina nell'ufficio centrale di Modena alle 9,20 stavano già facendo la pausa caffè, si aggiustavano le unghie, si confrontavano con i colleghi sugli ultimi aggiornamenti meteo; sì, proprio loro, quelli che "non si può mai conoscere nome-e-cognome" per denunciarli, quelli che non fanno neanche più finta di sorriderti (tanto tu hai bisogno di loro e non loro di te), quelli che la crisi non l'hanno ancora toccata con mano perché è uno dei pochi "posti pubblici" intoccabili... Invece ho scoperto che l'unico responsabile è lui, il boss, e per questo devo rintracciarlo.



Ma fermiamoci alla cronaca.
Venerdì 25 febbraio mi è arrivata una raccomandata, o meglio mi è arrivata la cartolina marrone con l'avviso del postino che è passato - guarda a caso - mentre io ero al lavoro (sigh) e non a casa a guardare la tv e ad aspettare corrispondenza. Quella cartolina m'inquieta sempre, per due motivi: il primo è che generalmente mi annuncia una multa; il secondo è che per ritirarla so che dovrò applicarmi come Orzowei nella foresta. E poi mi chiedo: perché io, proprio io, che ho 5 indirizzi di posta elettronica, 3 blog, facebook e twitter, io che sono stato obbligato ad aprire una casella PEC, la posta certificata, io che aggiorno un paio di siti internet, ho due cellulari... perché devo ricevere delle lettere di carta?!? Non credo di essere un "privilegiato", tutti proviamo un certo disagio davanti alla cartolina che ci avvisa del passaggio del postino. Quella raccomandata non la posso ritirare nei giorni feriali, negli orari di apertura degli uffici postali, perché (guarda un po' che strano!!!) in quegli orari banalmente lavoro. Devo quindi aspettare il sabato successivo sperando di non essere in trasferta, di non essere malato...

Questa mattina mi sono recato, dopo una settimana, all'ufficio centrale delle Poste di Modena. Sono abituato agli uffici più piccoli dei comuni di campagna, quindi ero già disorientato. Siccome sono un tipo socievole, ho subito fatto conoscenza con una macchinetta che alle mie effusioni d'amore ha risposto sputandomi lo scontrino "OU0030" (stikazzi). Dando ascolto alla mia previdente e ottimistica immaginazione, sono arrivato equipaggiato come quando si va dal medico: un paio di giornali, un libro, qualche sms da scrivere... insomma quelle cose per far passare almeno il primo quarto d'ora. Incuriosito dal fatto che venivano annunciati tutti i numeri in tutti gli sportelli tranne il mio, quello appunto per il ritiro delle raccomandate, dopo una ventina di minuti ho pure chiesto al "commesso" imbambolato davanti al pc spento, ma giustamente ho ripreso ad attendere il mio turno. Finalmente la signora "xyhjw" delle raccomandate ha dato l'autorizzazione al suo dito per muovere il contatore: OU0025 (dopo un minuto non si presenta nessuno), OU0026 (dopo un altro minuto non si presenta nessuno), OU0027 (dopo trenta secondi non si presenta nessuno), OU0028 (dopo altri trenta secondi non si presenta nessuno), OU0029 (dopo un po' non si presenta nessuno). E' il mio momento. Io già bello organizzato, ho allungato biglietto OU0030, cartolina, carta d'identità (ho lasciato in tasca i biglietti da visita perché ho pensato fossero un di più). Lei: "buongiorno" e prende la carta d'identità, la guarda e mi chiede: "E' lei?". Eh eh eh, io non ci casco, so che è una provocazione: "Sì sono io" rispondo con fierezza. Riprende la signora-postina-seduta: "Ah, c'è da pagare la tassa di deposito per oltre cinque giorni".
In circa 12 secondi ho pensato: E' impossibile, si è sbagliata. Cazzo, spero proprio che non sia una multa, perché passi la multa ma anche la multa con la multa è come la beffa con la beffa. Ma quando hanno introdotto questa nuova gabella?! Uh, forse sto sognando ancora. No no no, devo disattivare qualche indirizzo di posta elettronica. Accidenti ma chi è 'sto stronzo che mi scrive? non poteva dirmelo prima che mi avrebbe inviato una lettera così prendevo un giorno di ferie e mi facevo trovare a casa. Dopo queste riflessioni, con voce flebile, ho chiesto, pensando di farla franca: "Ma non avevo tempo un mese per ritirarla?". E lei - giustamente - decisa: "Eh, no, sono passati più di cinque giorni. Deve pagare zero e cinquantadue centesimi".
Bene, mi ha convinto, la prendo. Mentre va cercare la busta, tiro fuori 20 euro e li appoggio al banco. Torna. Mi fa firmare un po' di fogli e di ricevute di ritorno. Poi mi chiede se non ho mica 0,52 contati. E io "no" mentre penso "no, stronza, dammi sto cazzo di resto e sbattiti un po' anche te perché se no va a finire male, visto che di fatto li coniate voi i soldini, da qualche parte li devi cacciare fuori".
Lei mi stampa un francobollo che mi appiccica sulla lettera già affrancata dal mio corrispondente per la bellezza di 3,90 euro (e il totale fa già 4,42 euro... hai capito gli utili di Poste Italiane nel 2009?!?!??).



Mi guarda sorridendo e mi dice: "Vuole un gratta e vinci da un euro". Io a quel punto ho pensato ( ) e ( ) e ancora ( ), poi ho detto "No, grazie". Mi sono avviato all'uscita con un certificato di un ufficio che è due vie dopo la mia casa. Sulla porta mi ha fermato una dipendente-postina-che-sta-in-piedi-ma-non-consegna-la-posta, mi ha allungato un rotolino-cartoncino giallo e un foglio A4 bianco con su scritto "8 marzo festa della donna, scrivi qua una tua poesia la più bella sarà pubblicata e premiata". Ho preso tempo, adesso non me la sentivo di dedicare poesie alle donne.
A casa ho srotolato il rotolino: "Amami adesso" di Doriana Riva che dev'essere una che scrive spesso alle poste perché attraverso google l'ho trovata qua.
Questa la dedico a Sarmi, in attesa di trovarlo!



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