sabato 24 dicembre 2011

Sto arrivando... sa sa.




Il nuovo sistema operativo che ho installato sul mio iPhone ha una simpatica funzione che non si riesce neppure a disattivare... Si tratta di un'abbreviazione quando si scrivono messaggi, note, mail ecc.
Se digiti "sa" automaticamente il sistemone intelligente trasforma la frase in "Sto arrivando". Quindi se «Gino sa già che deve portare una bottiglia di lambrusco» diventa senza nemmeno che te ne accorgi «Gino sto arrivando già che deve portare una bottiglia di lambrusco».

Non uso tanto spesso la frase "Sto arrivando" ad eccezione delle volte in cui mi chiamano - e sono in ritardo e anche a 20 km di distanza dall'appuntamento - e dico "Sto arrivando" e chi mi conosce sa che nel giro di 50/60 minuti arriverò.
Perché abbiamo bisogno di dire al mondo che "stiamo arrivando"? E perché abbiamo bisogno di una funzione per dirlo così in fretta, accelerando i tempi, accennando soltanto a due lettere "s" e "a".

E' una frase che segna per caso un'era?
Come se tutte le volte che scrivo "b" venisse fuori "Berlusconi". Oppure "i" per dire "Indignados". O "t" per "Tolau". O "m" per dire "mannaggia a te".
Caro Steve Jobs, da quando non ci sei più le cose alla "a" di "Apple" sono cambiate.

Qui un po' di gente che sta pensano a "sa" perché non sa come dire "sto arrivando" (tratte da The big picture).



martedì 20 dicembre 2011

C'è bisogno di pulizia


Questa è l'evoluzione di una effigie.
La scritta originale era "Ero compagno poi mi sono lavato"... ora c'è stato un aggiornamento storico sociale.
Chissà, forse tra 40 anni qualcuno scriverà "Ero indignato poi mi sono lavato".
In ogni caso: "Viva Cuba" sempre!!!


domenica 11 dicembre 2011

Sballo Natale is coming to town


Dalle fredde Lande nordiche alle case di tutta Italia il viaggio è lungo. E soprattutto freddo.
Per questo Babbo Natale ha dovuto ingerire dosi importanti di alcol perché senza capote nella slitta trainata dalle renne la temperatura è decisamente polare. Purtroppo con tutti gli effetti collaterali che comporta.

Ecco uno scatto del nostro mentre fa tappa all'Irish Pub di Modena.

domenica 4 dicembre 2011

Prodi, non accettare regali dai culoni sconosciuti



Caro Romano Prodi. Si è capito che a te l'Angela Merkel non sta per niente simpatica.
Giovedì a Bologna hai detto che il Cancelliere tedesco "non cambia linea di una virgola, non vuole alcuna forma di collaborazione"; inoltre ha una "durezza e irragionevolezza straordinaria". Il giorno dopo, a Firenze, hai chiarito ancora meglio il concetto, mentre parlavi del vertice bilaterale Germania e Francia che si terrà domani: "chi comanda è uno solo e, come nelle buone famiglie, comanda sempre la signora".

Ben altri tempi - 5 gennaio 2008 - quando andavi fiero a mostrare in casa tua il regalo che Angela ti aveva fatto per Natale: un bellissimo presepio in legno, a forma di giostra, che gira con il calore delle candele.



Ora c'è da chiedersi: che fine ha fatto il presepio di quella "kulona inkiavabile"? Soffitta? O legna per il camino? E in questo Natale lo rispolveri oppure lo baratti in cambio di qualche Pfennig?



venerdì 2 dicembre 2011

Posso avere un bicchiere d'acqua?



«Non è la tua mano che deve temere il legno ma il legno che deve temere la tua mano, altrimenti è come se ti arrendessi ancor prima di cominciare».
Dopo questo lungo flash back, preceduto dal panico inconcludente per essere stata sepolta viva, la Sposa riesce a calmarsi, recupera una lama da barbiere dallo stivale, si libera le mani e, un pugno dopo l'altro, riesce ad uscire dalla bara, riemergendo dal terreno, salva.
Le sue parole prima di sferrare il primo pugno al legno, sono: «Ecco Pai Mei, sono pronta».
... una volta fuori, va al primo bar, si avvicina al bancone e chiede: «Posso avere un bicchiere d'acqua?».





«Al terzo colpo di campana, voltatevi e sparate. Andate».


domenica 13 novembre 2011

"V" per vergogna


La notizia non è nuova ma deve far riflettere in queste ore in cui si vede in piazza un po' di tutto e un po' tutti. La maschera di Guy Fawkes, il soldato britannico che nel 1600 cospirò contro il re Giacomo I, è una fregatura per il popolo degli indignati. Non è una fregatura invece per la Time Warner Inc. che possiede i diritti di questa immagine.

Secondo le stime di IL (mensile de Il Sole 24 Ore), la multinazionale, in questi tempi di protesta, ha già guadagnato 28 milioni di dollari, visto che per ogni maschera venduta (100mila negli ultimi mesi) si paga una tassa.

Lo spiega bene anche questo servizio di Sky Tg24.

I casi sono tre:
1. O si compra su Ebay, ma anche in questo caso si paga pegno
2. O la si costruisce a casa, e su questo sito spiegano bene come fare, con tanto di file zippato
3. O si cambia simbolo della protesta (e se volete, potete usare la foto con la mia faccia... io non faccio pagare i diritti).

sabato 12 novembre 2011

Con Pippo sui tetti





E così si scopre che il blog di Occupiamo l'Emilia delle Officine Tolau lo visita qualcuno. Era la mia prima intervista... tra le nuvole... del Palazzo Europa. Bravo Pippo Civati e bravo Maurizio Crozza.


Puff puff... magnammc' occupy



Brrurrrrrgrrrraaaaaaaaaabrrrreeeeeeeeeegnnniiiiiiiiciufffffffff
sbbaaaaaaaawwrrrrroooooonnnnnggggggggehhhhhhbrrrrrrruuuu....

Ci sono tanti suoni onomatopeici per descrivere l'11/11/11 bolognese. Uso questo perché è stato quello più ricorrente ieri pomeriggio a Bologna, nelle tre (dico 3) manifestazioni che studentelli, anarchicucci, okkupatelli e politicini (c'erano un po' tutti, forse mancavano gli indignados... sniff!) hanno organizzato dalle 16 alle 20 circa. E' il rumore del generatore di corrente, quello utilizzato dal Tpo (centro sociale del capoluogo) per alimentare le casse che diffondevano musica e il gracchiare di qualche slogan ai cortei, lo stesso suono che si sente alle sagre di paese vicino alle bancarelle del croccante e dello zucchero filato.

Sugli slogan non ne parliamo. Se dal 15 ottobre all'11 novembre non siamo riusciti ad aggiornare il repertorio ("Noi la crisi non la paghiamo", "Default default default default default, entro in banca e son felice se non pago il debito"...) vuol dire che c'è qualche problema.
Tra "V" di Vendetta e palloncini contro il "people mover" (ecco, per quelli che non abitano di fianco alla stazione dei treni di Bologna e non hanno mai sentito parlare di questo progettino sintesi dell'illuminismo socio-politico locale qui c'è una sintesi) gli unici cartelli nuovi di zecca che hanno sfilato per le vie del centro sono 2. Il primo - rubato a Napoli - è "Magnammc' o padron"; il secondo - rubato a Roma - è "Meglio un giorno da Er Pelliccia che 100 da infami".
E le azioni di protesta? Beh, simpatiche quelle del "pappone" in Suv davanti all'Hotel Baglioni in via Indipendenza che prima di salire a bordo diceva tra sé e sé: "Che minkia è 'sta statua a forma di madonna..." e quella degli indignati automobilisti o autisti di bus: "Andate a lavorare, barboni".


Altra scenetta al centro della mobilitazione "internazionale" quella di tre ragazzi travestiti da porno-banchieri che s'inculano la vetrina di una banca: la finanza trema! (A dir la verità i manifestanti hanno anche occupato un ex cinema - Arlecchino - e pare, dico pare, che neanche il sindaco sapesse dell'esistenza di queste due stanze accanto a San Petronio).

Ecco, infine, i dialoghi del giorno.
Sbirri: "Che palle, ancora 'sti morti di fame a rompere davanti alla Banca d'Italia".
Manifestanti: "Che palle, ancora 'sti infami che non vogliono farci entrare alla banca d'Italia".
Giornalisti: "Che palle, ancora qua a stare dietro a 'sti ragazzini e a 'sti ragazzotti".

E vai con la musica: Brrurrrrrgrrrraaaaaaaaaabrrrreeeeeeeeeegnnniiiiiiiiciufffffffff
sbbaaaaaaaawwrrrrroooooonnnnnggggggggehhhhhhbrrrrrrruuuu....








giovedì 10 novembre 2011

Gli indignati non son mica ebrei



Il 15 ottobre gli "indignados italiani" si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica a Roma, per procedere col corteo fino a piazza San Giovanni (sappiamo poi bene cosa è successo...).
Ma sapete perché i manifestanti non hanno potuto sfilare lungo Via Nazionale (che infatti è stata chiusa dalla polizia)? Perché in via Nazionale sono tutti ebrei. Me l'ha detto in modo molto chiaro e convincente il portiere dell'albergo dove vado a dormire a Roma, appunto in via Nazionale.



«Qui non ci sono stati casini quel sabato perché in questa strada sono tutti ebrei» ha detto. Davanti al mio stupore, ha cercato di spiegarmi meglio: «Se ci fa caso qui non fanno sfilare mai nessuno, neanche durante gli scioperi o le altre manifestazioni. Perché in questa via tutti i negozi sono di ebrei e gli ebrei sono molto potenti. E ai piani alti questo lo sanno».

I black bloc dovrebbero imparare che il sabato per l'ebraismo è giorno di festa e quindi non si lavora, non si fatica e non si cammina.


martedì 1 novembre 2011

La gioia di indignarsi


Questo sì che è indignado!
Davanti al teatro Opera di Berlino, sulla scalinata con tanto di tappeto azzurro e stelle gialle, questo simpatico musicista di strada, davanti all'Opera di Berlino, suona a modo suo la Nona sinfonia in Re minore di Beethoven, l'inno ufficiale dell'Unione europea, e s'indigna contro chi lo vuole cacciare.





Se fate caso al "video" (è orrendo nella qualità, ma non si poteva fare meglio), verso il finale della prestazione musicale scende dalle scale un inserviente del teatro per invitarlo ad andarsene. Naturalmente io non capivo nulla del dialogo teutonico, quindi ho chiesto gentile traduzione.

Musicista: "Grazie per i complimenti, ma sta facendo un video?"
Sottoscritto: "Bravo"
Musicista: "E dove viene trasmesso questo video?"
Sottoscritto: "Bravo"

Inserviente del teatro: "Non può stare qua, deve andarsene"
Musicista: "E perché mai?"
Inserviente del teatro: "Perché questa è proprietà privata"
Musicista: "Non credo proprio. Questo è il tappeto dell'Europa e io posso suonare l'Inno alla Gioia finché mi pare, ci mancherebbe".

Sottoscritto: "Bravo".


venerdì 28 ottobre 2011

Sig... et sigh.


Coriano (Rimini) 29 ottobre 2011
"Senza la diretta della Rai"




giovedì 27 ottobre 2011

Sic... et simpliciter



Marco Simoncelli è un disordinato.
Io non lo conosco, ma a guardarlo in faccia per un giorno intero e stare assieme alla gente che "lo frequenta" mi ha aiutato a farmi questa opinione di lui.
Sì, un disordinato, uno di quelli che si dimentica dell'interrogazione a scuola il mercoledì e si mette a studiare il martedì notte; uno che fa un gran casino attorno a sé, tanto da confondere tutti quelli che gli stanno intorno, ma senza mai perdere di vista la propria rotta; uno di quelli che fissa due appuntamenti alla volta - per sbaglio! - e poi trova il modo di non essere assente a nessuno dei due... uno di quelli che butta la bicicletta a caso e poi si dimentica pure dove l'ha lasciata.


Il "Sic" non vuole starsene ingabbiato in un paesino della Romagna, ha voglia di uscire, di ampliare gli orizzonti... per questo ha trovato un mestiere che gli permette di uscire e di cambiare tutte le volte: una volta a Misano e l'altra in Qatar, un giorno a Indianapolis e la settimana successiva in Australia. Il fatto è che in tutte queste "fughe" lui si vuole portare con sé tutti i diecimila amici del suo Coriano, della sua Rimini. Che bello! E' uno di quelli che crea una metropoli in un metro quadro di terra!

Forse sarebbe più preciso dire che è un "pazzo disordinato", un "pazzo ottimista". Uno di quelli che tiene aperto il gas fino alla fine. Fino alla fine del rettilineo, della curva, dell'interrogazione a scuola, della storia d'amore, della cena con amici, della gita al mare. Fino alla fine.

Marco è uno dei quegli stronzi che è capace di mettere in difficoltà anche Dio. Uno che compromette pure il purgatorio (citazione, l'ho imparata oggi). Uno che sta a tavola con tutti. Uno che porta in piazza per il suo funerale i motociclisti che non si lavano da una settimana e i bambini di catechismo, uno che mobilita il vescovo e la croce rossa, uno che mette in fila i ragazzini con l'Iphone e i vecchi con l'ombrello. Uno che alla fine trova un modo per mettere tutti d'accordo e alla sua festa di compleanno (domani) fa arrivare tutti i piloti che di solito si odiano, i calciatori che non sanno neanche andare in bicicletta, i cantanti che barcollano e quelli che annunciano il più grande spettacolo dopo il Big Bang.

Ecco chi sei: un indignato! Uno che si fa lievitare i boccoli in testa e si diverte un casino a sentire le cazzate che gli dicono dietro. Uno che si presenta l'ultimo giorno in jeans e maglietta a maniche lunghe, porta due moto, perché una non gli basta, e fa piovere tutto il giorno.

Grande Sic... et simpliciter!
Segui davvero il consiglio di quello che con lo spray ti ha scritto "Ora vai, insegna agli angeli come s'impenna" e poi fagli la linguaccia. Ma ti prego, non chiamare alla tua festa nessun politico... perché in questa vita non c'entrano proprio niente.

martedì 25 ottobre 2011

Rimetti a noi i nostri debiti

Il nuovo film a cui sto lavorando con le Officine Tolau, sugli Indignados.

venerdì 21 ottobre 2011

pubblicità ingannevole



Da agosto 2011 alla stazione di Bologna due potenti "lobby" stanno togliendo spazio e idee. Si tratta della Compagnia delle Opere e del Partito Socialista. Che da allora continuano a proporre il Meeting di Cl (concluso a fine agosto) e la festa nazionale del partito (conclusa i primi di settembre).
Il tutto con la complicità dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato.
Occorre fare qualcosa. Al più presto.



giovedì 20 ottobre 2011

Avere in casa due indignados... non ha prezzo





Due "Tolaui" mentre finiscono il pre-trailer dell'ultimo documentario sugli "indignati" italiani.


Gli indignados esteri sono molto più fichi degli italiani. Qui Berlin da CNN iReport.


W i giornalisti!

lunedì 17 ottobre 2011

Metti un tortellino dentro la fessura del bancomat


Qualcuno pensa che la vita sia come un bancomat: quando hai bisogno di qualcosa tiri fuori la tesserina, la inserisci nel buchetto e prelevi la cifra che ti serve... a volte 50 euro, a volte 100, a volte anche solo 25 euro oppure il costo di una ricarica. Invece sono convinto - dopo tre anni di "crisi economica e finanziaria" - che ad un certo punto si debba tornare ad usare gli assegni di una volta... che per compilarli ci mettevi 10 minuti e lì ti fermavi a riflettere sul "costo" di tante tue azioni.
Ecco, parte un po' alla lontana il mio racconto non-indignato di una manifestazione non-indignata, in un paese non-indignato amministrato da gente che dopo il 15 ottobre è sempre più contenta e sicura di sé. E grazie tante a tutti quelli che sono andati a Roma a manifestare pacificamente sabato scorso, convinti che anche la rivoluzione sia come un bancomat!!!

Nelle ultime ore non si fa altro che parlare dei disastri, del teppismo, dei violenti... questa può anche essere una lettura della giornata dell'indignazione. Ma secondo me lo "scandalo" più grave è quello che arriva dai pacifisti.

Degli incappucciati neri non voglio parlare. Loro sono merde, lo dimostra anche solo il fatto che non si sa come scrivere "black bloc" (con la "ck" finale o solo la "c"?!). A loro non puoi rivolgere pensieri e non puoi ostinarti a fargli cambiare comportamento, perché non possono farlo. Sono come le scimmie, gridano finché non gli dai una banana magari già sbucciata, oppure come i cani che se non li porti fuori a cagare fanno un gran casino in casa.
Lo sapevamo anche dieci anni fa che la violenza rovina tutto, che non si ottiene nulla a lanciare degli estintori contro una camionetta di un carabiniere. E mi fa tanto ridere (o piangere) vedere a passeggio Vittorio Agnoletto in piazza della Repubblica, pochi minuti prima della partenza del corteo... proprio lui che della manifestazione del G8 di Genova è stato uno dei promotori in quanto portavoce del Genoa Social Forum!!!
Queste manifestazioni sono come le canzoncine col ritornello facile facile, che ti torna sempre in mente perché si ripete in continuazione; sono come la giostra che gira: chi è sopra il cavallino la vede in un modo, chi è sopra la macchinina vede la stessa cosa ma con lo sguardo più basso, chi è sull'aereoplanino non vede niente di nuovo ma crede di essere da un'altra parte solo perché dondola di più.

Insomma qui bisogna rompere gli schemi. Senza aspettare che lo chieda o lo ordini qualche istituzione. Senza attendere il primo passo da qualcuno. Senza chiedere il conforto del "gruppo" o del "movimento" o del "partito". Il singolo, la persona, l'individuo, il soggetto. Quello che infila il bancomat nella fessura e aspetta i soldi dalla banca.

Quest'estate a Berlino gli hacker di tutto il mondo si sono riuniti e hanno inventato un modo per inviare un messaggio sulla luna, intercettare qualche satellite qua e là, raccogliere un po' di informazioni durante il "viaggio" di ritorno sulla terra. Possibile che non si trovi un modo per manifestare, per rompere, per "urlare" anche senza dare appuntamento a degli skiantati-ubriachi-ultrà?

In queste ore ho sentito tanti (troppi) commenti. Ho cominciato a fare un esercizio... di indignazioni e contraddizioni. L'elenco può essere infinito. Se ogni singolo decide di aggiungere un proprio pezzetto.

- Il Partito della Rifondazione Comunista (sì sì, ci sono ancora) al prossimo corteo può decidere di fare una cosa molto rivoluzionaria: evitare di vendere le birre ai manifestanti e regalare a tutti una caramella fritz all'arancia.
- Quelli del "No Tav" la prossima volta potrebbero lasciare a casa le maschere antigas (alla fine dell'intervista che ho fatto personalmente per un documentario che faccio assieme agli amici di Officine Tolau, una militante mi ha detto "ma non avete le maschere? guardate che oggi serviranno").
- Gli albergatori di Roma potrebbero per un giorno non far pagare ai turisti la tassa di soggiorno (3 o anche 4 euro) e regalare campioncini di doccia schiuma ai violenti B&B.
- Quelli del movimento "Pace subito", "Fate all'amore non fate la guerra", "Figli dei fiori sempre nei nostri cuori" ecc. potrebbero costruire (con le proprie mani) tanti piccoli specchietti da appiccicare a tutti i bancomat della città, così chi preleva (o chi spacca le vetrine delle banche con un martello) si può ben guardare in faccia.
- Quella dozzina di hare krishna che sabato mattina si sono messi a pregare in un angolo della VUOTA piazza san Giovanni, dovrebbero portare un po' della propria meditazione lungo il corteo del pomeriggio, la prossima volta.
- I "partigiani per sempre" che sono arrivati a Roma con il pullman, dovrebbero prendere da parte un migliaio di ragazzi e insegnare loro a fare i tortellini, così al prossimo raduno si possono cuocere in una grande pentola collocata in piazza e tutti si possono sfamare gratis.
- Chi sa dipingere, dovrebbe regalare un pennello ad uno studente e insieme a lui andare a cancellare qualche graffito per strada.
- Il sindaco dovrebbe far chiudere per qualche ora tutti i bar che ti chiedono 1,5o euro per un caffè e magari dovrebbe dare un contributo ai kebabbari che quel giorno distribuiscono gratis polpette e falafel.
- Gli spazzini o netturbini o operatori ecologici potrebbero regalare 15 minuti di straordinario e decidere di svuotare 5 cassonetti in più, completamente gratis, senza ricevere nulla in cambio, solo per il bene della propria città.
- Chi va in macchina potrebbe decidere di spegnere il motore al semaforo anche senza aspettare l'invenzione della casa automobilistica o senza attendere le targhe alterne imposte dai vigili.
- Chi va ad una manifestazione, potrebbe indignarsi non fumando per 3 ore e non buttando le cicche per terra.
- I calciatori potrebbero chiedere di aprire le porte dello stadio e chiamare per un giorno intero centinaia di ragazzini a giocare ad una amichevole e potrebbero costringere gli ultrà violenti a pulire le docce e i cessi degli spogliatoi.
- Il giornalista potrebbe scegliere di intervistare un politico per 10 minuti ma lasciando il microfono e le telecamere spente.
- Il banchiere potrebbe togliersi la cravatta per mezza giornata, sedersi ad un tavolo con una dozzina di adolescenti e spiegare loro il senso del risparmio.
- Quelli dell'antipolitica, quelli di Beppe Grillo, dovrebbero lasciare a casa gli slogan, andare in un ospizio o in un ospedale, prendere qualche carrozzella e spingere al corteo qualche malato o handicappato, perché la città (e l'indignazione) è di tutti, anche dei più deboli o di quelli che sono rimasti a casa ma sono lo stesso incazzati.

E chi non è neanche capace di fare la rivoluzione, deve stare in fondo al corteo.


lunedì 3 ottobre 2011

Lupus, lupi, lupo

Tratto da «La pista del Lupetto»

Prima della promessa un lupetto deve – tra l'altro – “dare prova di saper fare qualche B.A.; saper fare il Grande Urlo e conoscerne il significato; saper eseguire almeno una danza giungla; sapersi allacciare le scarpe; saper scrivere e spedire una cartolina illustrata”.

Poi per la Prima Stella, deve: “lavarsi abitualmente ogni giorno da solo; capire perché si deve respirare col naso e usare sempre una corretta respirazione; saper piegare e spazzolare i propri abiti, averne cura e sapersi pulire le scarpe; saper disegnare la bandiera italiana e conoscerne il significato; scrivere correttamente un indirizzo in una busta per lettera; saper telefonare; saper fare la capriola in avanti e in dietro”.

Le prove per la Seconda Stella sono ancora più pesanti: “Dare prova di saper risparmiare; fare una piantina del proprio quartiere; lavare e stirare un fazzoletto; saper accendere un fornello a gas, conoscere i pericoli esistenti in una casa; sapersi arrampicare su un albero”.

Secondo la Legge del Branco ...


il Lupetto apre occhi e orecchie


il Lupetto è sempre pulito


il Lupetto dice sempre la verità



il Lupetto è sempre di buon umore.


Un ringraziamento particolare - per la partecipazione - a dalomb.blogspot.com


Hic sunt leones

Ci sono tanti modi per rilassarsi. C'è, per esempio, chi sceglie di schiacciare un pisolino su un pezzo di marmo del XII secolo, che fa la guardia alla cattedrale di Ferrara.
Forse s'era annoiato a sentire i dibattiti del festival di "Internazionale" o forse semplicemente voleva un contatto (non proprio privato) con un leone.




giovedì 29 settembre 2011

Vignali: cervello in figa


Altro che patonza! Altro che tangenti! Altro che debiti da tutte le parti!

Il sindaco di Parma, Pietro Vignali, ha dovuto lasciare la poltrona perché c'era troppa gelosia intorno a lui! Ce lo spiega il quotidiano "La Stampa" di oggi: è solo questione di invidia, astio e livore... è solo questione di figa, anzi di "figa in avanti".





Ricostruiamo un po' la storia. Ieri Vignali si è dovuto dimettere perché la situazione dalle sue parti era diventata insostenibile. Tutti si sono messi contro di lui: magistratura, Guardia di Finanza, comunisti... i conti del bilancio non tornano, i suoi più stretti collaboratori vengono "pizzicati" mentre prendono soldi (e anche un IPad... mannaggia loro!) in cambio di favori, gli imprenditori che non lo sostengono più...
E poi, nelle ultime ore di agonia, anche la sua maggioranza lo molla: il Pdl "stacca la spina", la lista civica lo disconosce, il suo predecessore non gli parla più...





Ma è questo il vero motivo, secondo il quotidiano di Torino:





Allora, di refusi se ne possono fare in quantità industriali. Tutti, in qualsiasi momento. Ma confondere la "fuga" con la "figa" proprio mentre si parla del "piacione" più piacione del Nord Italia, di colui che in questi giorni è stato descritto come il Berlusconi dell'Emilia, mi sembra una mancanza di "delicatezza".

Vignali ieri sera ha scritto una letterina alla città e ai cittadini. E spiega:
«Io lascio da persona onesta che ha sempre lavorato per il bene (!!!) della nostra città». Nessuna "figa in avanti", quindi, perché - continua la lettera - «l'amore (!!!) per Parma mi ha guidato in questi anni e continuerà a guidarmi anche in futuro, se i parmigiani lo riterranno. Questo è l'impegno a cui non mi sottrarrò mai». Della serie "C'HO IL CHIODO FISSO".


domenica 11 settembre 2011

Vendiamo le barche degli editori


I polli a meno di 7 euro, per i conigli bastano poco più di 5 euro. Una bottiglietta di acqua di plastica (o di plastica di acqua) a Pesaro (!!!) costa 1,50 euro. E per parcheggiare l'auto a Bologna, per un'ora te la cavi con 2,20 euro.
In Italia la maggioranza dei giornalisti costa circa 3,5o euro lordi al pezzo!
Gli editori, invece, non hanno prezzo. E nemmeno la faccia!




Ma a Firenze...




... a Firenze, il 7 e 8 ottobre 2011, cominciamo a cambiare il listino e anche il menù.
Per strada ci sarà del movimento. Come quando la Apple lancia un nuovo Iphone, come quando in centro ci sono i saldi estivi, come quando vince lo scudetto qualcuno o come quando la gente scende in piazza per cacciare i tiranni.

Ecco i nostri saldi:
bed&breakfast a 30 euro
coffee break e due pranzi offerti dall'Ordine dei giornalisti
per cena Assostampa Toscana e Ordine danno buoni da 10 euro per mangiare nelle trattorie
press party organizzato dai precari fiorentini il venerdì sera

Un po' di link



Il porto dei divieti


Non c'è scritto, ma era anche vietato sedersi. A Porto San Giorgio.