venerdì 28 ottobre 2011

Sig... et sigh.


Coriano (Rimini) 29 ottobre 2011
"Senza la diretta della Rai"




giovedì 27 ottobre 2011

Sic... et simpliciter



Marco Simoncelli è un disordinato.
Io non lo conosco, ma a guardarlo in faccia per un giorno intero e stare assieme alla gente che "lo frequenta" mi ha aiutato a farmi questa opinione di lui.
Sì, un disordinato, uno di quelli che si dimentica dell'interrogazione a scuola il mercoledì e si mette a studiare il martedì notte; uno che fa un gran casino attorno a sé, tanto da confondere tutti quelli che gli stanno intorno, ma senza mai perdere di vista la propria rotta; uno di quelli che fissa due appuntamenti alla volta - per sbaglio! - e poi trova il modo di non essere assente a nessuno dei due... uno di quelli che butta la bicicletta a caso e poi si dimentica pure dove l'ha lasciata.


Il "Sic" non vuole starsene ingabbiato in un paesino della Romagna, ha voglia di uscire, di ampliare gli orizzonti... per questo ha trovato un mestiere che gli permette di uscire e di cambiare tutte le volte: una volta a Misano e l'altra in Qatar, un giorno a Indianapolis e la settimana successiva in Australia. Il fatto è che in tutte queste "fughe" lui si vuole portare con sé tutti i diecimila amici del suo Coriano, della sua Rimini. Che bello! E' uno di quelli che crea una metropoli in un metro quadro di terra!

Forse sarebbe più preciso dire che è un "pazzo disordinato", un "pazzo ottimista". Uno di quelli che tiene aperto il gas fino alla fine. Fino alla fine del rettilineo, della curva, dell'interrogazione a scuola, della storia d'amore, della cena con amici, della gita al mare. Fino alla fine.

Marco è uno dei quegli stronzi che è capace di mettere in difficoltà anche Dio. Uno che compromette pure il purgatorio (citazione, l'ho imparata oggi). Uno che sta a tavola con tutti. Uno che porta in piazza per il suo funerale i motociclisti che non si lavano da una settimana e i bambini di catechismo, uno che mobilita il vescovo e la croce rossa, uno che mette in fila i ragazzini con l'Iphone e i vecchi con l'ombrello. Uno che alla fine trova un modo per mettere tutti d'accordo e alla sua festa di compleanno (domani) fa arrivare tutti i piloti che di solito si odiano, i calciatori che non sanno neanche andare in bicicletta, i cantanti che barcollano e quelli che annunciano il più grande spettacolo dopo il Big Bang.

Ecco chi sei: un indignato! Uno che si fa lievitare i boccoli in testa e si diverte un casino a sentire le cazzate che gli dicono dietro. Uno che si presenta l'ultimo giorno in jeans e maglietta a maniche lunghe, porta due moto, perché una non gli basta, e fa piovere tutto il giorno.

Grande Sic... et simpliciter!
Segui davvero il consiglio di quello che con lo spray ti ha scritto "Ora vai, insegna agli angeli come s'impenna" e poi fagli la linguaccia. Ma ti prego, non chiamare alla tua festa nessun politico... perché in questa vita non c'entrano proprio niente.

martedì 25 ottobre 2011

Rimetti a noi i nostri debiti

Il nuovo film a cui sto lavorando con le Officine Tolau, sugli Indignados.

venerdì 21 ottobre 2011

pubblicità ingannevole



Da agosto 2011 alla stazione di Bologna due potenti "lobby" stanno togliendo spazio e idee. Si tratta della Compagnia delle Opere e del Partito Socialista. Che da allora continuano a proporre il Meeting di Cl (concluso a fine agosto) e la festa nazionale del partito (conclusa i primi di settembre).
Il tutto con la complicità dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato.
Occorre fare qualcosa. Al più presto.



giovedì 20 ottobre 2011

Avere in casa due indignados... non ha prezzo





Due "Tolaui" mentre finiscono il pre-trailer dell'ultimo documentario sugli "indignati" italiani.


Gli indignados esteri sono molto più fichi degli italiani. Qui Berlin da CNN iReport.


W i giornalisti!

lunedì 17 ottobre 2011

Metti un tortellino dentro la fessura del bancomat


Qualcuno pensa che la vita sia come un bancomat: quando hai bisogno di qualcosa tiri fuori la tesserina, la inserisci nel buchetto e prelevi la cifra che ti serve... a volte 50 euro, a volte 100, a volte anche solo 25 euro oppure il costo di una ricarica. Invece sono convinto - dopo tre anni di "crisi economica e finanziaria" - che ad un certo punto si debba tornare ad usare gli assegni di una volta... che per compilarli ci mettevi 10 minuti e lì ti fermavi a riflettere sul "costo" di tante tue azioni.
Ecco, parte un po' alla lontana il mio racconto non-indignato di una manifestazione non-indignata, in un paese non-indignato amministrato da gente che dopo il 15 ottobre è sempre più contenta e sicura di sé. E grazie tante a tutti quelli che sono andati a Roma a manifestare pacificamente sabato scorso, convinti che anche la rivoluzione sia come un bancomat!!!

Nelle ultime ore non si fa altro che parlare dei disastri, del teppismo, dei violenti... questa può anche essere una lettura della giornata dell'indignazione. Ma secondo me lo "scandalo" più grave è quello che arriva dai pacifisti.

Degli incappucciati neri non voglio parlare. Loro sono merde, lo dimostra anche solo il fatto che non si sa come scrivere "black bloc" (con la "ck" finale o solo la "c"?!). A loro non puoi rivolgere pensieri e non puoi ostinarti a fargli cambiare comportamento, perché non possono farlo. Sono come le scimmie, gridano finché non gli dai una banana magari già sbucciata, oppure come i cani che se non li porti fuori a cagare fanno un gran casino in casa.
Lo sapevamo anche dieci anni fa che la violenza rovina tutto, che non si ottiene nulla a lanciare degli estintori contro una camionetta di un carabiniere. E mi fa tanto ridere (o piangere) vedere a passeggio Vittorio Agnoletto in piazza della Repubblica, pochi minuti prima della partenza del corteo... proprio lui che della manifestazione del G8 di Genova è stato uno dei promotori in quanto portavoce del Genoa Social Forum!!!
Queste manifestazioni sono come le canzoncine col ritornello facile facile, che ti torna sempre in mente perché si ripete in continuazione; sono come la giostra che gira: chi è sopra il cavallino la vede in un modo, chi è sopra la macchinina vede la stessa cosa ma con lo sguardo più basso, chi è sull'aereoplanino non vede niente di nuovo ma crede di essere da un'altra parte solo perché dondola di più.

Insomma qui bisogna rompere gli schemi. Senza aspettare che lo chieda o lo ordini qualche istituzione. Senza attendere il primo passo da qualcuno. Senza chiedere il conforto del "gruppo" o del "movimento" o del "partito". Il singolo, la persona, l'individuo, il soggetto. Quello che infila il bancomat nella fessura e aspetta i soldi dalla banca.

Quest'estate a Berlino gli hacker di tutto il mondo si sono riuniti e hanno inventato un modo per inviare un messaggio sulla luna, intercettare qualche satellite qua e là, raccogliere un po' di informazioni durante il "viaggio" di ritorno sulla terra. Possibile che non si trovi un modo per manifestare, per rompere, per "urlare" anche senza dare appuntamento a degli skiantati-ubriachi-ultrà?

In queste ore ho sentito tanti (troppi) commenti. Ho cominciato a fare un esercizio... di indignazioni e contraddizioni. L'elenco può essere infinito. Se ogni singolo decide di aggiungere un proprio pezzetto.

- Il Partito della Rifondazione Comunista (sì sì, ci sono ancora) al prossimo corteo può decidere di fare una cosa molto rivoluzionaria: evitare di vendere le birre ai manifestanti e regalare a tutti una caramella fritz all'arancia.
- Quelli del "No Tav" la prossima volta potrebbero lasciare a casa le maschere antigas (alla fine dell'intervista che ho fatto personalmente per un documentario che faccio assieme agli amici di Officine Tolau, una militante mi ha detto "ma non avete le maschere? guardate che oggi serviranno").
- Gli albergatori di Roma potrebbero per un giorno non far pagare ai turisti la tassa di soggiorno (3 o anche 4 euro) e regalare campioncini di doccia schiuma ai violenti B&B.
- Quelli del movimento "Pace subito", "Fate all'amore non fate la guerra", "Figli dei fiori sempre nei nostri cuori" ecc. potrebbero costruire (con le proprie mani) tanti piccoli specchietti da appiccicare a tutti i bancomat della città, così chi preleva (o chi spacca le vetrine delle banche con un martello) si può ben guardare in faccia.
- Quella dozzina di hare krishna che sabato mattina si sono messi a pregare in un angolo della VUOTA piazza san Giovanni, dovrebbero portare un po' della propria meditazione lungo il corteo del pomeriggio, la prossima volta.
- I "partigiani per sempre" che sono arrivati a Roma con il pullman, dovrebbero prendere da parte un migliaio di ragazzi e insegnare loro a fare i tortellini, così al prossimo raduno si possono cuocere in una grande pentola collocata in piazza e tutti si possono sfamare gratis.
- Chi sa dipingere, dovrebbe regalare un pennello ad uno studente e insieme a lui andare a cancellare qualche graffito per strada.
- Il sindaco dovrebbe far chiudere per qualche ora tutti i bar che ti chiedono 1,5o euro per un caffè e magari dovrebbe dare un contributo ai kebabbari che quel giorno distribuiscono gratis polpette e falafel.
- Gli spazzini o netturbini o operatori ecologici potrebbero regalare 15 minuti di straordinario e decidere di svuotare 5 cassonetti in più, completamente gratis, senza ricevere nulla in cambio, solo per il bene della propria città.
- Chi va in macchina potrebbe decidere di spegnere il motore al semaforo anche senza aspettare l'invenzione della casa automobilistica o senza attendere le targhe alterne imposte dai vigili.
- Chi va ad una manifestazione, potrebbe indignarsi non fumando per 3 ore e non buttando le cicche per terra.
- I calciatori potrebbero chiedere di aprire le porte dello stadio e chiamare per un giorno intero centinaia di ragazzini a giocare ad una amichevole e potrebbero costringere gli ultrà violenti a pulire le docce e i cessi degli spogliatoi.
- Il giornalista potrebbe scegliere di intervistare un politico per 10 minuti ma lasciando il microfono e le telecamere spente.
- Il banchiere potrebbe togliersi la cravatta per mezza giornata, sedersi ad un tavolo con una dozzina di adolescenti e spiegare loro il senso del risparmio.
- Quelli dell'antipolitica, quelli di Beppe Grillo, dovrebbero lasciare a casa gli slogan, andare in un ospizio o in un ospedale, prendere qualche carrozzella e spingere al corteo qualche malato o handicappato, perché la città (e l'indignazione) è di tutti, anche dei più deboli o di quelli che sono rimasti a casa ma sono lo stesso incazzati.

E chi non è neanche capace di fare la rivoluzione, deve stare in fondo al corteo.


lunedì 3 ottobre 2011

Lupus, lupi, lupo

Tratto da «La pista del Lupetto»

Prima della promessa un lupetto deve – tra l'altro – “dare prova di saper fare qualche B.A.; saper fare il Grande Urlo e conoscerne il significato; saper eseguire almeno una danza giungla; sapersi allacciare le scarpe; saper scrivere e spedire una cartolina illustrata”.

Poi per la Prima Stella, deve: “lavarsi abitualmente ogni giorno da solo; capire perché si deve respirare col naso e usare sempre una corretta respirazione; saper piegare e spazzolare i propri abiti, averne cura e sapersi pulire le scarpe; saper disegnare la bandiera italiana e conoscerne il significato; scrivere correttamente un indirizzo in una busta per lettera; saper telefonare; saper fare la capriola in avanti e in dietro”.

Le prove per la Seconda Stella sono ancora più pesanti: “Dare prova di saper risparmiare; fare una piantina del proprio quartiere; lavare e stirare un fazzoletto; saper accendere un fornello a gas, conoscere i pericoli esistenti in una casa; sapersi arrampicare su un albero”.

Secondo la Legge del Branco ...


il Lupetto apre occhi e orecchie


il Lupetto è sempre pulito


il Lupetto dice sempre la verità



il Lupetto è sempre di buon umore.


Un ringraziamento particolare - per la partecipazione - a dalomb.blogspot.com


Hic sunt leones

Ci sono tanti modi per rilassarsi. C'è, per esempio, chi sceglie di schiacciare un pisolino su un pezzo di marmo del XII secolo, che fa la guardia alla cattedrale di Ferrara.
Forse s'era annoiato a sentire i dibattiti del festival di "Internazionale" o forse semplicemente voleva un contatto (non proprio privato) con un leone.