martedì 12 luglio 2011

Pecore arroganti




Del libro di Murakami Haruki "Nel segno della pecora", mi è piaciuto in particolare questo dialogo.

Dedicato a tutti. Ma in particolare: alla solitudine dell'uomo; all'arroganza; allo strapotere della politica.



- Bravo micio, bravo, - disse l'autista rivolto al gatto, ma senza accennare a toccarlo. - Con che nome devo...?

- Non ha un nome.

- E quando vuole chiamarlo, come fa?

- Non lo chiamo. Lui c'è e basta.

- Sì, ma non se ne starà mica tutto il tempo fermo, no? Ha una sua volontà in base alla quale agisce. Trovo molto strano che una creatura dotata di volontà non abbia un nome.

- Anche le sardine agiscono in base alla loro volontà, ma nessuno si è mai sognato di dar loro un nome.

- È vero, ma tra le sardine e gli esseri umani non ci sono scambi affettivi. Senza contare che le sardine non capirebbero nemmeno di essere chiamate. Può anche dar loro un nome, se vuole, ma p un problema suo.

- Insomma, lei sta dicendo che soltanto gli animali dotati di volontà, capaci di avere scambi affettivi con gli esseri umani e in grado di sentire meritano di ricevere un nome?

- Per l'appunto, per l'appunto, - ripeté più volte l'autista, quasi per convincersi della sua teoria. Cosa ne dice se al suo gatto do un nome io? Qui, ora?

- Per me va bene. Come vuole chiamarlo?

- Che gliene pare di «Sardina»? Considerato che finora è stato trattato come una sardina...

- Sì, non è male.

- Vero? - disse l'autista, fiero della sua idea.

- Tu cosa ne pensi? - chiesi alla mia ragazza.

- Non è male, - ammise anche lei. - Mi sembra di assistere alla Creazione.

- E la Sardina sia! - esclamai.

- Forza, Sardina, qui! - disse l'autista prendendo il gatto in braccio. Il gatto esitò, gli morse un dito, poi mollò una scoreggia.




vestito arrogante


cartello arrogante



parcheggio arrogante


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